In vista delle elezioni europee che si terranno in Italia l’8 e il 9 giugno il Consiglio pastorale diocesano, organismo consultivo a servizio dell’Arcivescovo e della Chiesa ambrosiana, ha elaborato un documento rivolto a tutte le comunità cristiane.
Il Consiglio pastorale diocesano è un organismo che resta in carica 5 anni e che nella sua composizione attuale conta su 143 membri, per la maggior parte laici e laiche. Si tratta di fedeli attivi nelle parrocchie e di rappresentanti di associazioni, movimenti e gruppi ecclesiali, con una distribuzione equilibrata per sesso, età e provenienza dalle varie zone della Diocesi. A loro si aggiungono alcuni presbiteri, religiosi e religiose. Si riunisce normalmente tre volte all’anno.
Nel testo, intitolato “Un voto decisivo: chiamati a ridestare il sogno europeo” e approvato all’unanimità nell’ultima sessione, si fa anzitutto riferimento ai principi su cui è nata l’Europa e ai frutti di questo processo di integrazione, come «la pace, la democrazia, la libertà, lo sviluppo, il sistema di protezione sociale», ricordando però che «nessuna di queste acquisizioni può essere data per scontata né garantita per sempre».
«L’“esperimento” europeo – prosegue il testo – è la costruzione di un luogo di incontro e dialogo tra popoli, culture, religioni differenti. Auspichiamo in particolare che l’Unione europea faccia proprio un compiuto senso di laicità che affermi e consenta l’effettivo pluralismo di ogni espressione culturale e religiosa anche nello spazio pubblico».
Il documento ricorda poi alcune delle sfide che le politiche europee dei prossimi anni dovranno affrontare: «questione demografica, disuguaglianze da sanare, diritti da garantire, fenomeni migratori da affrontare insieme, ambiente da tutelare, rivoluzione digitale da governare, una politica estera di cooperazione e di pace sulla base del diritto internazionale».
«La comunità cristiana – si legge ancora – avverte la responsabilità di portare il proprio contributo a questo processo: è il patrimonio che va dai santi patroni dell’Europa ai “padri fondatori”, all’intero magistero della Chiesa, fino all’impegno quotidiano, motivato e coerente, di tanti credenti che si spendono nella società e nella politica».
La conclusione è dedicata all’esercizio del diritto-dovere del voto: si tratta di «una esplicita espressione del nostro impegno e della nostra cura per la “casa comune” europea. Per questo l’8 e 9 giugno ci sentiamo chiamati e invitiamo a partecipare alle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo. Siamo tutti chiamati a ridestare il sogno europeo».