E’ andata a trovare il padre tutti i giorni sin dal ricovero, il 20 settembre, nel blocco nord reparto di medicina B/1 dell’ospedale Niguarda di Milano.
Il 2 ottobre, alle 12 e 30, Laura Tramma, come di consueto, è entrata nella stanza ma ha trovato il letto del padre vuoto.
E’ stato solo quando ha chiesto informazioni che un infermiere, in grande imbarazzo, le ha comunicato che l’uomo era morto il giorno prima, alle 14 e 45, un’ora e mezza dopo che la figlia era uscita dal reparto.
Nessuno l’aveva avvisata – è la sua denuncia -, sebbene il numero del suo cellulare fosse stato annotato in reparto, dalla reception infermieristica e dal dirigente medico del reparto stesso.
E’ quindi venuta a conoscenza della morte del padre solo perché era andata in ospedale a trovarlo, quando erano trascorse quasi 24 ore dalla morte. Il dirigente del reparto, stando alla lettera che l’avvocato della donna ha mandato all’ospedale, ha presentato le proprie scuse senza però fornire alcuna motivazione.
L’avvocato della donna, Roberto d’Achille del foro di Monza, ha annunciato una richiesta di risarcimento danni.
(ANSA).