Nulla da fare per l’impianto di risalita nella Vallaccia, posto in comune di Livigno all’interno di un sito di interesse comunitario soggetto al rispetto sia dei vincoli paesaggistici che delle norme europee sulla tutela degli habitat più preziosi: la Corte Suprema di Cassazione, nuovamente interpellata dai ricorrenti della società Mottolino Spa, ha emesso una nuova e ulteriore ordinanza che conferma le sentenze espresse in tutte le possibili sedi di giudizio – TAR, Consiglio di Stato e Corte Suprema di Cassazione – dichiarando inammissibile il ricorso della società e condannandola a rifondere tutte le spese di giudizio più oneri raddoppiati.
Legambiente, difesa in giudizio dall’avvocato Fancesco Borasi, esprime soddisfazione per la sentenza, ma chiede anche che si proceda, senza alcun indugio nell’arco dell’estate, alla definitiva rimozione di tutte le opere indebitamente realizzate ferendo il versante e il fondovalle della Vallaccia.
“Non ci sono davvero più scuse: ora la Mottolino deve rimuovere immediatamente tutte le opere e le reti tecnologiche realizzate, e ripristinare lo stato naturale dei luoghi – dichiara Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia – Quella della Suprema Corte è una stroncatura netta e chiara, e intima uno STOP definitivo alle tattiche con cui Mottolino ha cercato in tutti questi anni, a partire dal 2014, di rinviare la demolizione. Ci aspettiamo che a questo punto sia il Comune, in caso di inadempienza della società, ad operare affinchè la legge sia rispettata e le sentenze vengano eseguite, e chiederemo alla Regione, attraverso la modifica del Piano Territoriale Regionale, di irrobustire le norme di tutela del Paesaggio anche in vista delle Olimpiadi Invernali del 2026, per evitare ogni nuova aggressione agli ambienti protetti d’alta quota”.