Piccolo quiz: un giradischi come questo, stile anni 50, nuovo con presa USB è un oggetto vintage?
Perplessi? Non vi preoccupate, è più comune di quanto sembri!
Blogger e riviste per fashion addicted non fanno che parlarne, ma ai più la definizione di vintage sfugge.
In fondo, anche per parlare di una persona matura qualche volta, in termini giocosi, si usa vintage…
La parola stessa però ci viene in soccorso: la sua etimologia ha varie derivazioni, e probabilmente qualcuna è meno reale di altre, ma fondendole insieme si ha una definizione completa: dal latino vindimia e dal francese vendenge, cioè vendemmia, e anche vingt d’age, cioè venti anni, e probabilmente dall’inglese wine, semplicemente vino.
Vintage è un termine francese preso in prestito dall’enologia e significa letteralmente vino d’annata, reso ricco e carico di aromi dall’invecchiamento in botti e dall’affinamento successivo in vetro.
Possono quindi definirsi vintage stili, modi di fare, utensili e abitudini risalenti ad almeno 20 anni fa, ritenuti preziosi come un vino millesimato, cioè numerato e quindi pregiato, prodotto da una vendemmia di buona annata.
Ma c’è veramente molto di più. Al di là delle definizioni, oggi, il termine vintage incarna idealmente un significato più romantico, fatto di cultura e conoscenza.
Nella moda, il vintage identifica soprattutto capi, accessori, mezzi, musica e qualsiasi altro aspetto della vita dell’uomo appartenente ad epoche passate che hanno segnato indelebilmente la storia.
Ma torniamo al nostro giradischi wireless, si può considerare vintage?
In fondo è un oggetto moderno, è evidente però che si ispiri ad un’epoca e ad un modo di fruire la musica legato al passato. Lecito avere un attimo di tentennamento. In questo caso tuttavia non possiamo parlare di vintage, ma dobbiamo utilizzare il termine francese retrò.
A differenza del vintage, che è originale e quindi proviene da un’epoca passata, lo stile retrò simula il vintage, accomunando oggetti iconici del passato con nuovi metodi di produzione e materiali .
Al passato fa l’occhiolino per così dire, ma è stato fabbricato oggi, con tecniche e materiali quasi sicuramente introvabili al tempo. Poco importa se si tratti di musica, un abito, un’etichetta oppure un telefono, il retrò rende omaggio ad un’epoca.
Meno costoso e più facile da reperire, rappresenta spesso il primo timido passo verso questo mondo. Nulla di male, anzi. Avvicinarsi al vintage è un vero e proprio percorso. Si parte cominciando magari con il trucco anni ’50 per una festa ad hoc, oppure un gilè e un farfallino.
Esempi? Oltre all’abbigliamento, in tantissime collezioni attuali si ritrovano elementi di coincidenza col passato come il ritorno delle gonne a ruota, e molti oggetto d’uso comune, accessori per la casa, automobili riprendono le linee morbide del vintage e i suoi colori pastello.
Quale eccentrico feticismo si nasconde dietro alla riesumazione del passato in un’epoca di enorme sviluppo tecnologico, ricerca e applicazione tecnica? Nello stile vintage si sintetizza l’unicità, la personalità e la tangibilità del tempo trascorso. Si tratta della sensazione unica di respirare la storia personale degli oggetti e delle persone che li hanno realizzati, posseduti, toccati, usati. Il vintage lascia spazio alla curiosità e all’immaginazione, diventa immagine iconica di stile.
Proprio come un buon vino d’annata, reso ricco e carico di aromi: il suo valore e il pregio non possono che aumentare con il passare del tempo.
Pronti a brindare con me?
Miss Stormy Valentine