La Lombardia è storicamente il volano economico del paese, non solo perchè in questa regione risiede un sesto della popolazione, ma anche perchè più di un quinto del Pil del Paese (oltre il 22%) è generato da questa Regione.
Una Regione però che presenta anche tante criticità e questioni sul tavolo da affrontare dal punto di vista del lavoro, ed il neo Segretario Generale Uil Milano Lombardia Enrico Vizza, originario di Varese, una storia sindacale legata al comparto dell’edilizia, vuole affrontarle con determinazione.
“Le priorità del mio mandato”, spiega Vizza a Gazzetta di Milano, “sono quella di ridurre le disuguaglianze, e quella di ridurre a zero le morti sul lavoro. Soprattutto la tematica della sicurezza sul lavoro è una questione di civiltà, 1.200 morti all’anno, 3 morti solo in Lombardia settimana scorsa, sono cifre inaccettabili per un paese civile. Primo punto da affrontare è quello della formazione, tutte le figure che entrano in un luogo di lavoro devono essere formate ed informate dei rischi che vanno a correre, in secondo luogo serve più responsabilità da parte del datore di lavoro, ogni persona che viene assunta deve avere un percorso ben definito sotto gli aspetti formativi, contrattuali e retributivi. Infine serve anche maggiore consapevolezza da parte della pubblica amministrazione, sia a livello nazionale, sia a livello regionale sia a livello locale. Come Uil riteniamo che la morte sul lavoro vada chiamata col suo nome, cioè omicidio colposo. Le riporto all’attenzione un fatto di cronaca accaduto pochi giorni fa, la gru che si è ribaltata al cantiere della Metropolitana M2 di Bussero, la stessa Procura ha ammonito sul fatto che avrebbe potuto essere una strage, era passato un treno pochissimi minuti prima del ribaltamento dell’autogru. Ora questi lavori avrebbero dovuto essere effettuati a servizio ultimato, invece erano in corso quando c’erano ancora treni in circolazione, perchè? Anche per questo motivo come Uil vogliamo poter collaborare con la magistratura, ed ho scritto una lettera alla Procura della Repiubblica, ovviamente senza intralciare il suo prezioso lavoro, per poter istituire un tavolo di confronto ed individuare quegli aspetti critici su cui noi come attore sindacale possiamo tentare di incidere nell’ambito della contrattazione.”
Ma il ragionamento sulle disuguaglianze e sulla sicurezza non può essere completo se non si va anche ad affrontare, anche in una regione ricca come la Lombardia, il tema della qualità del lavoro, inteso come durata del contratto di lavoro e come qualità delle retribuzioni. “Anche qui in Lombardia”, continua Vizza, “il precariato va ridotto, ridurre il precariato è un presupposto fondamentale per ridurre le disuguaglianze, bisogna quindi aumentare i contratti a tempo indeterminato, ci sono lavoratori assunti con contratti a termine della durata finanche di due giorni, praticamente siamo al lavoro a chiamata, e questo in tutti i settori, penso anche ai medici. Ci avevano raccontato che con il JobsAct sarebbe aumentata l’occupazione, invece è aumentato solo il precariato. Io propongo che si adotti il modello spagnolo, nel quale vengono firmati contratti a termine solo su esplicita richiesta del lavoratore, che per sue esigenze personali o tecniche non può essere impiegato a tempo indeterminato. Se i dati ci dicono che in Lombardia che nel I semestre 2022 c’è stato un aumento degli occupati di 33.000 unità rispetto all’anno precedente, ci dicono anche che di quei 33.000 nuovi posti un ragionevole 80% è costituito da contratti a termine, precari, per non dire a chiamata. Se non c’è stabilità si lavora male, se invece c’è sicurezza c’è anche fiducia sul futuro, si investe, si compra casa, si incentivano i consumi, si crea Pil. Per i nostri giovani, sui quali qualcuno si permette di dire che non hanno voglia di lavorare, va garantito un contratto a tempo indeterminato per un lavoro dignitoso e pagato bene, e vedrete che non scapperanno all’estero. Ora sento che in questi ultimi giorni il problema della stabilità lavorativa viene affrontato anche in campagna elettorale, io spero che chiunque vada al governo dia delle risposte. Noi come Uil lo scorso 16 dicembre insieme alla Cgil abbiamo anche fatto uno sciopero generale che è stato ampiamente criticato, ma avevamo le nostre buone ragioni per scioperare, perchè facevamo notare che quel +6% di Pil di fine 2021 era in gran parte dovuto alla precarizzazione di moltissimi lavoratori e lavoratrici. Mi auguro che chiunque vada al governo ascolti le nostre proposte. Siamo un sindacato laico e riformista e siamo aperti al confronto con tutti. Non possiamo andare avanti con i bonus bollette.”
E proprio sui rincari e sull’inflazione Vizza fa notare che “sono aumentati i prezzi delle bollette, così come quelli dei generi alimentari di prima necessità, ma i salari e le pensioni sono rimasti al palo, diventa un problema di sopravvivenza sociale. La politica fiscale, come il taglio del cuneo, non può tradursi in un aumento di 6€ al mese delle retribuzioni. Deve aumentare il netto in busta paga. La politica deve prendersi responsabilità, deve introdurre misure di garanzia, e deve farlo attraverso il confronto con i sindacati. In questi mesi di attività congressuale abbiamo potuto toccare con mano la preoccupazione delle famiglie, qui in Lombardia il Pnrr è una grandissima fonte di opportunità, ma servono progetti che siano davvero utili e che ricadano positivamente sui livelli occupazionali e retributivi, per colare situazioni rimaste da anni al palo. Anche per questo chiediamo alle istitituzioni locali di confrontarsi con le organizzazioni sindacali.”
E tra le situazioni da colmare c’è sicuramente quella abitativa: “Noi come Uil crediamo che un’urgenza non più rimandabile sia quella della casa. Abbiamo proprio qui in Lombardia realizzato un documentario intitolato L’Altra Milano, che mette in evidenza come in questa città convivano i grandi grattacieli e le situazioni avveniristiche e periferie che vivono in situazioni tragiche. Ribadisco che il Pnrr è una grande occasione”.
Parlando di edilizia non si può non parlare di Superbonus 110% “Come Uil non siamo stati contrari a questa misura, ma riteniamo che andava prolungata nel tempo, magari anche con importi più bassi, la compressione dei tempi ha fatto sì che si producesse la corsa all’acquisizione delle materie prime con conseguente impennata dei prezzi che è andata anche di pari passo con la scarsità di offerta dovuta alla guerra. Senza dimenticare tutta l’attività speculativa che c’è stata. Noi avevamo proposto che il superbonus fosse protratto almeno fino al 2026, anche con la copertura all80% anzichè al 100%, proprio perchè immaginavamo la competizione tra le imprese ed il caro materiali. La politica non ci ha ascoltato e si è creata una situazione drammatica per le imprese. Il tema della rigenerazione urbana non può più essere ignorato, il patrimonio immobiliare va riqualificato. Ma serve anche un piano di edilizia sociale sia a livello regionale sia a livello nazionale, se mancano gli alloggi di edilizia sociale vanno costruiti. C’è una situazione drammatica per le famiglie anche in Lombardia”.
Chiusura sul Reddito di Cittadinanza “Credo sia stata una misura che ha dato risposte ad un’esigenza, adesso però va implementata tutta quella parte che è rimasta al palo, cioè quella delle politiche attive del lavoro. Dove c’è la possibilità di lavorare si deve lavorare. E le imprese che ricevono incentivi e sgravi fiscali devono impegnarsi a stabilizzare i lavoratori con contratti a tempo ideterminato. ”
Pietro Pizzolla