I turisti italiani hanno scoperto l’Albania

di Igor Righetti* (@righettigor)

*Giornalista professionista, autore e conduttore radiotelevisivo Rai

Foto di Carla Pagliai (@supercarlarock) e dell’influencer Lorenzo Castelluccio (@lorenzo.castelluccio)

L’Albania ha circa 3 milioni di abitanti ed è in pieno sviluppo, sta lavorando molto sulla riqualificazione urbana delle città, sulle infrastrutture e sulle attività ricettive in quanto il modello di sviluppo economico punta molto sul turismo.  I risultati del grande lavoro che sta portando avanti da anni con passione e pazienza il primo ministro Edi Rama sono evidenti. Nel 2023 l’Albania ha registrato 10 milioni di visitatori esteri, in crescita dai 7,5 del 2022 con un +33%. Dopo aver archiviato il periodo comunista nel 1991, la nazione ha sentito il bisogno di rinascere e di ripensarsi.

Nel Paese convivono cristiani cattolici, cristiani ortodossi, musulmani ma l’appartenenza religiosa non è motivo di discriminazione. Tra l’Italia e l’Albania ci sono forti legami culturali e storici. Sono trascorsi oltre vent’anni dall’estate del 1991 quando la nave Vlora, brulicante di albanesi, attraccò nel porto di Bari. Adesso sono gli italiani ad aver scoperto la nazione dei Balcani sia per il turismo balneare del sud del Paese (nelle cittadine costiere di Valona, Dhermi e Saranda dove i prezzi di hotel, ristoranti e servizi sono più bassi rispetto a quelli italiani), sia per quello medico-estetico (soprattutto trapianti di capelli) e dentale (ci sono cliniche ovunque) ma anche come opportunità lavorativa in quanto gli albanesi amano l’Italia, la sua musica, il suo cibo, le sue bellezze storico-artistiche e anche i suoi programmi televisivi. “Per gli italiani – ha detto Rama – l’Albania è casa loro, noi ci sentiamo italiani e siamo molto legati all’Italia”. E sono tanti anche i nostri pensionati che adesso vivono qui e gli imprenditori del Bel Paese che hanno deciso di investire in Albania (pare siano circa 3 mila le aziende, a capitale italiano oppure misto, già presenti). Basti pensare che l’Istituto bancario San Paolo è la quarta banca del Paese e che la Conad ha aperto i propri supermercati ovunque. Si stima che la lingua italiana sia compresa dal 60-70% della popolazione totale e che circa la metà degli albanesi la sappia parlare anche perché già molto diffusa durante il regime totalitario. Sono tanti gli albanesi che hanno imparato l’italiano grazie ai cartoni animati dei Simpson (ovviamente doppiati) o la soap Centovetrine.

L’aeroporto internazionale di Tirana diretto dall’italiano Piervittorio Farabbi

Come si atterra all’aeroporto internazionale di Tirana “Nënë Tereza”, intitolato alla santa albanese Madre Teresa di Calcutta, si resta colpiti dall’eleganza, dall’efficienza e dall’organizzazione della struttura. Direttore dell’aeroporto è un italiano, umbro, Piervittorio Farabbi, ingegnere aerospaziale che da oltre 25 anni si occupa di pianificazione e operazioni aeroportuali oltre che di gestione di aeroporti certificati in Italia, Stati Uniti e Canada. Una delle nostre eccellenze esportate all’estero. Nel 2023 la struttura ha registrato 7 milioni 250 mila passeggeri (+ 40% rispetto al 2022 e +120% in confronto al 2019), tassi di crescita che pongono l’aeroporto tra gli scali più performanti in Europa (dato Aci Europe). Per raffronto, gli scali italiani, complessivamente, hanno registrato nel periodo gennaio-novembre 2023 un +20% rispetto al 2022 e un +2% rispetto al 2019. Il totale dovrebbe sfiorare i 200 milioni di passeggeri, ovvero oltre 3 volte la popolazione residente. “L’Italia – spiega il direttore dell’aeroporto di Tirana Piervittorio Farabbi – rappresenta oltre il 40% dei volumi di traffico, con 22 scali collegati (su 35 scali nazionali con almeno 50mila passeggeri all’anno) con voli diretti. Nel 2024 potrebbero aumentare con l’aggiunta, per esempio, di Brindisi”. E aggiunge: “Per il 2024 prevediamo un ulteriore sviluppo delle ultra-Lcc come Ryanair che rappresenteranno circa il 70% dei volumi di traffico stimati per il 2024 a 9 milioni (+25%). Per questo motivo è stata già avviata un’intensa stagione di lavori che include la terza e ultima fase dell’ampliamento del terminal, nuovi parcheggi aeromobili (una decina) e l’avvio dei lavori per l’upgrading del sistema pista-raccordi”. La gestione dell’aeroporto è stata acquisita in piena pandemia, a gennaio 2021, dal Gruppo Kastrati che ha cominciato a rilanciare lo scalo. Forte dell’esperienza acquisita, il Gruppo ha avviato una fase di scouting per individuare altri possibili investimenti in gestioni aeroportuali all’estero.

Le 17 rotte invernali di Ryanair per Tirana di cui 6 dall’Italia

La capitale albanese ha circa un milione di abitanti e dista soltanto un’ora di volo dall’Italia. Per l’inverno, Ryanair ha attivato 17 rotte, di cui 6 dall’Italia, con tariffe da 15 euro (www.ryanair.com). Altre destinazioni da Tirana sono Londra, Manchester, Parigi e Varsavia; ben 200 voli a settimana per 1 milione 600 mila passeggeri previsti. Decine i voli settimanali attualmente operativi da varie città italiane per la capitale albanese: Bergamo 28 (a/r), Bologna 14, Roma Ciampino 9 frequenze settimanali, Catania 14, Pisa 14, Venezia-Treviso 14. A breve Ryanair lancerà la stagione estiva che porterà altre novità per Tirana. “Per l’Albania – afferma l’alacre country manager di Ryanair per l’Italia e il Mediterraneo orientale, Mauro Bolla – il vettore ha un piano molto ambizioso per i prossimi 5 anni: vuole continuare a investire a breve raggiungendo oltre 50 rotte in totale e puntare al 50% di market share con la creazione di una possibile base a Tirana con 15 aeromobili basati”. Bolla è una manager di razza con oltre 17 anni di esperienza nel settore dell’aviazione e, prima di entrare in Ryanair, ha ricoperto la stessa posizione per Blue Air. Di conseguenza conosce molto bene il mercato italiano. La compagnia aerea numero 1 in Europa va quindi avanti tutta sulle rotte tra Italia e Albania.

Una corsa in taxi dall’aeroporto al centro città costa sui 20 euro (ma per un’opzione di viaggio ancora più economica c’è il bus navetta dell’aeroporto, Rina Express, che porta in 30 minuti nella piazza centrale di Tirana  – Skanderbeg – con 3 euro e 60 centesimi) prezzi notevolmente più bassi che in Italia. Il costo di una corsa taxi in città, invece, è di soli 5 euro.  La moneta locale è il Lek, 100 Lek valgono circa un euro, ma il suo valore cambia quotidianamente. L’euro è comunque accettato ovunque. Per chi fuma, le sigarette costano quasi la metà che in Italia mentre la benzina è leggermente più cara. Nei supermercati del centro i prezzi sono più alti di quelli italiani in quanto sono quasi tutti prodotti importati dal Bel Paese o da altre nazioni. Molto più bassi, invece, sono i costi degli hotel anche di lusso, di una cena in un buon ristorante, gli ingressi ai musei e i biglietti del trasporto pubblico. Attualmente lo stipendio medio in Albania è di 563 euro. “Entro la primavera di quest’anno – ha affermato il premier Edi Rama – aumenterà a 900 euro. L’anno scorso il governo ha dato il via libera al disegno di legge sulla riforma salariale”. Rama ha aggiunto: “È molto importante per noi accertare quanto sia stabile oggi la nostra economia, siamo davvero entrati in una nuova fase del suo sviluppo, nonostante tutti gli ostacoli”. L’università di Tirana, poi, collabora per medicina con quella di Roma Tor Vergata e, per altri corsi di laurea, con l’Università di Bari Aldo Moro e l’Università degli studi di Firenze. I programmi sono conformi a ciò che viene insegnato in Italia, le lezioni sono tenute da dicenti italiani e il titolo di studio che viene rilasciato è una laurea congiunta valida sia in Albania sia in Italia, riconosciuta in tutti i Paesi dell’Unione europea. Con la fotografa Carla Pagliai (@supercarlarock) e l’influencer Lorenzo Castelluccio (@lorenzo.castelluccio) abbiamo documentato tutte le esperienze vissute.

Dove soggiornare

Mak Albania è un elegante e raffinato hotel 5 stelle a partire da circa 100 euro a notte che si trova nel cuore di Tirana, a Sheshi Italia (piazza Italia) di fronte al parco nazionale di Tirana. A pochi minuti da piazza Skanderbeg (il centro di Tirana) e a circa mezz’ora dall’aeroporto della capitale. La struttura è dotata di una meravigliosa SPA con centro fitness e benessere (la palestra ha attrezzature modernissime), sale massaggi, due piscine di cui una esterna. La palestra e la piscina coperta sono aperte 24 ore su 24. L’hotel ha anche un piano bar e due ristoranti. Il wi-fi è gratuito. Le camere sono molto ampie, luminose e lussuose di varie tipologie con meravigliose junior suite. La colazione a buffet ha anche uno chef che prepara piatti espressi. Ottimo il rapporto qualità/prezzo www.makalbania.com

La vivace e accogliente Tirana

La capitale, uscita dalle restrizioni del regime comunista da circa trent’anni, è oggi moderna, vivace e accogliente. Tutte le vie centrali si presentano pulitissime, con strade e marciapiedi immacolati, tanti spazi verdi curatissimi e con uno skyline avveniristico. Molti parchi ospitano campi da calcio e caffè all’aperto. Il parco più grande si chiama “Grand Park of Tirana” e ha all’interno un grande lago artificiale. Le caffetterie, i lounge bar, le pasticcerie e i ristoranti sono eleganti e molto curati. La strada più rappresentativa è senz’altro Bulevardi Deshmoret e Kombit, viale dedicato ai martiri e ai combattenti realizzato durante l’occupazione italiana. Conduce a tante attrazioni della città. In certi orari il traffico impazzisce e si immobilizza. La percezione di sicurezza è molto alta sia di giorno sia di notte. La città fu fondata da Sulejman Bargjini nel 1614 e diventò capitale nel 1920. La sua forma attuale fu dovuta principalmente agli architetti italiani Di Fausto e Brasini incaricati da Mussolini. Un grande lavoro è stato fatto anche per restaurare e recuperare i tanti monumenti e gli edifici storici di Tirana caduti nel degrado. In giro per la capitale si trovano tante case colorate volute da Edi Rama quando è stato sindaco per far dimenticare il grigiore dell’epoca comunista. E i colori, all’inizio, li scelse lui, accesi e sgargianti. Il suo successore sta proseguendo questo importante progetto di riqualificazione urbana. Edi Rama, affermato pittore e ceramista, è noto per la sua passione estetica e la sua vena artistica. È stato insegnante di pittura all’Accademia delle arti di Tirana. Anche il padre era un celebre artista.  Alla lotta contro l’abusivismo edilizio ha aggiunto poi l’interesse per l’ambiente, con il progetto Green, che ha portato alla creazione di quasi 100 mila metri quadrati di terreno verde e la piantumazione di circa 1.800 alberi nella capitale.

Lo skyline della capitale al quale lavorano architetti da tutto il mondo

A Tirana stanno attualmente lavorando i principali architetti del mondo tra i quali tanti italiani. Di recente è stato inaugurato Alban Tower, un edificio imponente e colorato di oltre 100 metri di altezza. Colpisce anche il Downtown one, un grattacielo a uso misto di 140 metri di altezza, con una serie di case e uffici a sbalzo che corrono su 37 piani formando un motivo pixelato in rilievo sulla facciata. Ogni casa o ufficio rappresenta un villaggio o una città; visti da lontano formano una mappa dell’Albania. Sono in costruzione anche il primo bosco verticale di Tirana e il Cubo di Blloku. Di grande interesse, inoltre, il complesso dell’Arena center, rosso e nero, i colori della bandiera albanese.

Piazza Skanderbeg e il Museo storico nazionale

Piazza dedicata all’eroe nazionale Giorgio Skanderbeg che sconfisse gli Ottomani e che per tanti anni fu sede del regime comunista. È il fulcro della capitale su un’area completamente pedonale, un mix di architettura ottomana, fascista e sovietica con al centro la statua equestre di Skanderbeg. Inaugurata nel 1968, fu il simbolo del potere del regime dittatoriale e del comunismo. Ha ospitato, prima della caduta del regime nel 1992, le statue di Hoxha e Lenin. Si affacciano sulla piazza il Museo di storia nazionale albanese, il Palazzo della cultura, la Torre dell’orologio, la cattedrale della resurrezione di Cristo e la moschea Et’hem Bey. Il Museo di storia nazionale si contraddistingue grazie al suo grande mosaico. All’interno contiene la sezione dedicata alla preistoria, al periodo medievale e un’importante collezione di icone sacre. Non manca la resistenza anti nazi-fascista durante la seconda guerra mondiale e il periodo comunista.

La moschea Et’hem Bey, la Torre dell’orologio e il castello

Il suo stile è quello tipico ottomano arricchito con una cupola e una torre. Fu chiusa durante il periodo comunista e riaperta senza autorizzazione nel 1991 da circa diecimila manifestanti come segno di ribellione al regime che non permetteva il diritto di culto nell’edificio. La costruzione cominciò nel 1789, sotto il governo di Molla Bey, e terminò nel 1823. Di fianco alla moschea si erge la Torre dell’orologio del 1822 risalente al dominio ottomano. Dopo aver salito i 90 gradini di una scala a chiocciola si gode una vista meravigliosa della piazza. Da ammirare gli affreschi realizzati da artisti veneziani che decorano il portico esterno dell’edificio. Nella stessa zona c’è il castello di Tirana, chiamato anche Fortezza di Giustiniano, la cui storia risale al 1300. All’interno delle sue mura alte 6 metri di età bizantina è stata realizzata un’area pedonale con negozi di artigianato, caffetterie e ristoranti.

Il quartiere Blloku

Dopo il suo duro e complicato passato, Tirana è rinata. Questo vivace quartiere alla moda, dove un tempo vivevano i funzionari del governo comunista, adesso pullula di ristoranti e locali. Qui svetta la Sky Tower, un grattacielo con all’interno un hotel e una terrazza panoramica.

La piramide di Hoxha

È una delle testimonianze sopravvissute del regime comunista. L’edificio, progettato da Pranvera, la figlia del dittatore Hoxha, fu inaugurato nel 1988 in onore degli 80 anni dalla nascita del padre.

Il mercato Pazari i Ri

In questo caratteristico e colorato mercato nato negli Anni Trenta (e completamente rinnovato e recuperato nel 2017) vengono venduti formaggi, frutta e verdura; in un’altra area il pesce. Tanti i prodotti tipici da assaggiare così come gli oggetti dell’artigianato locale.

I Bunk’art 1 e 2

In Albania ci sono centinaia di migliaia di bunker realizzati in seguito alla paura dell’invasione di Unione Sovietica e Stati Uniti.  Questi due sono vecchi bunker con tunnel sotterranei e oltre 100 stanze diverse risalenti alla dittatura di Hoxha. Adesso, grazie al progetto del giornalista italiano Carlo Bollini, sono musei che illustrano la storia comunista, le persecuzioni subite dagli albanesi e la vita quotidiana durante la dittatura. Bunk’art 1 si trova alla periferia della città mentre Bunk’art 2 è in centro, a due passi da piazza Skanderbeg.

Durazzo

In albanese Durrës, è una città sulla costa adriatica che dista 40 chilometri da Tirana. Fondata da coloni greci, fu anche un importante insediamento romano, bizantino, veneziano e ottomano. Da vedere l’anfiteatro romano che si trova nel cuore della città, costruito nel II secolo d.C. sotto l’impero di Traiano, con un diametro di 136 metri e una capienza di 25 mila spettatori; il museo archeologico con oltre 3.200 manufatti; la Torre veneziana, che fa parte del Castello bizantino di Durazzo costruito dall’imperatore Anastasio fra il V e il VI secolo.  La torre fu realizzata nella prima metà del XV secolo, quando la città era occupata dai veneziani: ha una forma cilindrica con un diametro esterno di 9 metri e un’altezza di quasi 10 metri: la moschea Fatih intitolata al sultano Maometto II il Conquistatore e costruita nel 1502 in seguito all’affermazione del dominio ottomano; la Villa Reale di re Zog, che regnò nel Paese dal 1928 al 1936, realizzata nel 1926; il lungomare di Durazzo con tanti ristoranti, locali e sculture che lo rendono ancora più interessante.

Saranda

Saranda è la cittadina di mare che offre più discoteche e vita notturna. La bellissima baia a ferro di cavallo con sabbia bianca o roccia calcarea, spiagge attrezzate o selvagge e mare paradisiaco si trova tra il Mar Ionio e le verdi colline ricoperte di oliveti. Nel centro della cittadina ci sono i resti archeologici di una sinagoga del V secolo, di cui sono ancora visibili i pavimenti a mosaico. Nella vicina Dhermi da qualche anno a giugno si svolge il Kala Festival con eventi di musica techno e altri inerenti al fitness e allo sport. Sulle coste del nord, invece, da qualche anno si tiene l’Uman Festival, una rassegna di musica elettronica molto amata e che anima una zona meno turistica.

Dove mangiare

Ristorante Era Vila: bel locale su due piani con arredo in legno. Cucina albanese,  italiana, greca, turca e kosovara con materie prime di ottima qualità. Molti camerieri parlano italiano. Poco distante ha un’altra sede (Era Blloku).

 

Che cosa mangiare (e bere) in Albania

Nei locali si mangiano piatti albanesi ma anche pietanze con contaminazioni kosovare, greche, turche, arabe e quasi tutti i ristoranti hanno nei menu svariati piatti italiani, dai primi alle pizze, in quanto anche gli albanesi amano la cucina del Bel Paese. Tanti i ristoranti italiani alcuni dei quali di ottima qualità. Ecco alcuni piatti locali da assaggiare.

Flija, torta salata a strati fatta con farina, acqua, burro e yogurt. Si prepara lentamente sul fuoco, alternando strati di pasta e salsa.

Jahni me fasule, zuppa molto gustosa preparata con fagioli bianchi, cipolle, salsa di pomodoro, prezzemolo e menta.

Speca të mbushur, piatto vegetariano a base di peperoni ripieni di riso, formaggio e spezie, cotti in forno e serviti con olio d’oliva e pane.

Byrek, sfoglia croccante ripiena di formaggio, spinaci, carne o zucca e cipolla.

Una delle bevande più diffuse in Albania è la birra, in particolare quella locale prodotta a Corizza, la Korça. Tra i dolci è imperdibile il trilece, dessert al cucchiaio simile al latte fritto. Si prepara con latte condensato, latte evaporato e panna. Viene servito con caramello o cioccolato. Il liquore nazionale albanese è il Raki, ottenuto dalla distillazione di frutta fermentata e con grado alcolico elevato. Çai mali, invece, è il tè albanese di montagna. Si trovano, inoltre, locali o catene di caffetterie e gelaterie italiane per assaporare con tutta calma un gelato o un buon caffè al tavolo (senza il costoso supplemento come in Italia).