di Achille Colombo Clerici
La rivoluzione tecnologica che stiamo vivendo – o subendo? – pone alcuni interrogativi. Tra i più rilevanti: l’intelligenza artificiale come ci cambierà la vita? E le multinazionali dei “social”, che si impossessano della nostra identità per farne mercato, come indirizzeranno le nostre scelte? Interessanti riflessioni sono venute da due recenti convegni organizzati dalla Fondazione Gaetano e Mafalda Luce e da Kairos Finanziaria. Da citare gli interventi di Marta Bertolaso e Laura Corti (Convegno Luce) e di Shoshana Zuboff (Kairos).
Per quanto l’intelligenza artificiale possa stupirci per i risultati ottenuti e per quelli previsti nel prossimo futuro, va sempre tenuto presente che è la persona umana l’iniziatrice di questo futuro e la responsabile del proprio destino. Si svilupperanno comunità nuove, nuovi centri di interesse e l’uomo dovrà attivare tutta la sua capacità di discernimento e di scelta di priorità. Centrale sarà e rimarrà sempre l’essere umano in quanto tale (forte della sua emozione, della fantasia, del sentimento che mancano alla macchina), come protagonista della sua storia.
Alla base la ricerca di un nuovo equilibrio per disciplinarne le ricadute. In gioco non c’è solo l’angoscia per i posti di lavoro che si perdono, ma anche la qualità delle relazioni e la libera scelta di attività culturali, preferenze di lettura, propensioni di mercato e politiche.
Ma proprio qui si paventa il rischio. Le multinazionali digitali in cambio di servizi “gratuiti”, pure utilissimi, si appropriano le informazioni che ci riguardano, che vengono usate, per servirci e per manipolarci. Le nostre scelte individuali diventano non solo previste, ma anche indirizzate. Stiamo offrendo a quelle aziende un potere esorbitante sull’economia e sulla società nel suo insieme. Il cosiddetto “Capitalismo di sorveglianza” (titolo di un best seller di Zuboff), sta indebolendo la forza della democrazia e minacciando, mai come prima d’ora, le libertà che tanto abbiamo combattuto per ottenere. Stiamo tornando all’era pre-Gutemberg con élites che hanno conoscenza e quindi potere.
Domanda d’attualita’: esercitano, nel bene e nel male, un qualche influsso ai fini delle “psicosi di massa” del tipo di quelle che circolano a proposito del coronavirus ?
C’è bisogno di un ‘new deal’ per creare nuovi diritti, con l’aiuto di una sempre maggiore consapevolezza della società.