Mondo della cultura milanese in lutto. Giovedì è morto, all’età di 79 anni, Enrico Decleva, professore di storia contemporanea ed ex storico rettore dell’Unimi.
Proprio la Statale ha voluto dedicargli un lungo e commosso ricordo, elencando i tanti punti più belli della sua lunghissima, e fortunatissima, carriera. “La Comunità intera dell’Università degli Studi di Milano ricorda con commozione e gratitudine Enrico Decleva, rettore dell’Ateneo dal 2001 al 2012”, si legge in una nota che arriva da via Festa del Perdono.
“Classe 1941, il professor Decleva si laurea in Lettere all’Università degli Studi di Milano, dove insegna Storia contemporanea prima come professore straordinario (dal 1976) e poi da ordinario dal 1979. Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia dal 1986 al 1997, prorettore dal 1997 al 2001, Decleva è stato alla guida della Statale tra 2001 e 2012 e presidente della Crui, la Conferenza dei Rettori delle Università italiane dal 2008 al 2011”, prosegue l’Ateneo.
“Studioso di storia politica italiana e delle relazioni internazionali dell’800 e del ‘900, con particolare riguardo ai rapporti italo francesi, il professor Decleva ha approfondito molteplici ambiti della storia contemporanea: dalla storia della stampa e dell’editoria a quella dei partiti, del socialismo e delle correnti liberal-democratiche, dalla storia delle università e delle istituzioni culturali alla storia milanese e lombarda dell’800 e del ‘900 e alla storia dell’integrazione europea”, continuano dalla Statale.
E ancora: “Instancabilmente impegnato da presidente Crui nei difficili anni della riforma universitaria, Enrico Decleva ha lasciato alla Statale realizzazioni come il Centro Apice, promuovendo l’acquisto di fondi librari di eccezionale valore per gli studi sulla storia della stampa e dell’editoria, ha dato avvio all’area del Trasferimento Tecnologico, nuovo impulso all’orientamento e ai servizi agli studenti, ampliando considerevolmente la varietà dell’offerta formativa, con una nuova attenzione alle necessità del mercato del lavoro e al contesto internazionale, e lo sviluppo delle sedi sul territorio, tra le quali va ricordato il Polo di Sesto San Giovanni e la sede di via Noto”.