Dal medico di famiglia al dentista, dal pediatra al cardiologo: servono servizi di cura della salute nei quartieri popolari della città e, per crearli, il Comune di Milano – fa sapere l’Amministrazione comunale – mette all’asta i locali liberi ai piani bassi dei caseggiati di edilizia residenziale pubblica di sua proprietà. Il bando, aperto fino al 30 gennaio, propone 13 unità immobiliari fra Quarto Oggiaro, Crescenzago, Baggio e Barona adatte ad ospitare ambulatori o poliambulatori, da assegnare in locazione o concessione a medici o associazioni di professionisti della sanità.
Di dimensioni comprese fra i 44 e i 114 metri quadri, gli spazi si trovano in via Bengasi 1, viale Faenza 21, via Teramo 29 e 31, via San Paolino 2, via Nikolajevka 3, via Satta 3, via Capuana 7, via Vittani 1 e via Demonte 3. Si tratta nella quasi totalità dei casi di ex negozi, oggi inutilizzati, offerti a un canone annuale a base d’asta fra i 2.400 e i 5.800 euro per destinarli ad un servizio che i Municipi hanno indicato fra i più necessari nei quartieri periferici di Milano: il presidio sanitario territoriale, in particolare per i residenti più fragili. È questa l’unica destinazione d’uso ammessa per i 13 locali, da assegnare in via prioritaria a medici di medicina generale e pediatri di libera scelta e, in assenza di offerte da parte di questi, ad altri medici specialisti (dai ginecologi ai geriatri) e ad altri professionisti della sanità riconosciuti dal Ministero della Salute, come infermieri, fisiatri, fisioterapisti, terapisti della riabilitazione, che possono presentarsi in forma di singoli, cooperative, raggruppamenti costituiti o costituendi.
Il presidio sanitario deve assicurare un minimo di 10 ore a settimana di apertura al pubblico, distribuite su un minimo di 2 giorni a settimana, e comunque essere coerente con quanto eventualmente stabilito da Ats nelle procedure di convenzionamento.
I locali messi a disposizione sono stati scelti dall’Amministrazione in accordo con Ats, sulla base degli ambiti territoriali di assistenza rimasti carenti di medici di base. Per assegnare gli incarichi vacanti si è tenuto negli scorsi mesi il bando di Regione Lombardia destinato ai laureati in medicina e chirurgia che stanno frequentando il corso di formazione triennale specifica in medicina generale. Proprio ai giovani dottori in cerca di uno studio in città si rivolge il Comune con le sue proposte.
La locazione avrà una durata di 6 anni rinnovabili per altri 6, mentre la concessione d’uso sarà per 12 anni. I locali possono essere visitati dai professionisti interessati secondo un calendario di sopralluoghi pubblicato con il bando, previa richiesta.
Emmanuel Conte, assessore al Bilancio e Patrimonio, commenta: “Il diritto e la tutela della salute di tutti i cittadini passa dal ripristino di presidi medici e di prevenzione territoriali e di prossimità. E’ lezione della pandemia, è un terreno sul quale pubblico e privato devono confrontarsi e collaborare e lo abbiamo scritto nel documento di Bilancio 2022-2024, fra le linee programmatiche di mandato per la città ‘a 15 minuti’. Le risorse per ridurre le disuguaglianze e garantire i diritti a tutti non sono solo economiche e vorremmo dimostrarlo anche con questo bando”.
Per Lamberto Bertolé, assessore al Welfare, “nei prossimi anni vedremo gli effetti di una mancata programmazione e quindi le carenze di medici di medicina generale saranno ancora più significative. Il bando è una risposta importante della città al problema, ma sicuramente serve un’azione di sistema, dal Ministero della Salute in giù. Ci sono altri livelli istituzionali che hanno competenze specifiche su questo tema e che devono affrontare la situazione con molta lungimiranza. Noi oggi abbiamo bisogno di numeri programmati, non chiusi. Formare un medico di medicina generale richiede nove anni, più tardi si comincia più tardi si risponde al problema. Bisogna sollevare lo sguardo. Le cifre ci dicono quanti saranno i pensionamenti, quali le zone interessate e quali i flussi di ingresso. Dobbiamo cercare di ridurre il danno di una mancata programmazione e pretenderla per rispondere. Un sistema di medicina territoriale efficace e diffuso è fondamentale per garantire l’appropriatezza delle risposte sanitarie e dell’acceso alle strutture sanitarie, come i pronto soccorso”. (MiaNews)